Musicisti nel Regno di Napoli

Quando si pensa al Settecento musicale italiano, due sono i centri che saltano alla mente: Venezia e Napoli. Ma se per la città lagunare si vede come predominante il nome di Antonio Vivaldi, la partenopea ha invece dimostrato di aver prodotto una prospera comunità di musicisti di primo rango, grazie anche alla rete dei quattro Conservatori (Santa Maria di Loreto, Sant'Onofrio a Capuana, Pietà dei Turchini e San Pietro a Maiella) serviti dai migliori maestri.

Le recenti ricerche dei musicologi Gjerdingen e Sanguinetti hanno inoltre dimostrato come la tecnica del partimento, una sorta di armonizzazione estemporanea alla tastiera, sia alla base del know how dei compositori europei della seconda metà del Settecento (e oltre, se pensiamo che anche Verdi si formò sugli stessi modelli).

La proposta concertistica vuole presentare un doppio repertorio, quello strumentale di matrice profana, e quello vocale, asservito alle celebrazioni religiose.

Francesco Durante
Concerto per archi n.9 in si b maggiore

Alessandro Scarlatti
Laetatus sum per coro, archi e basso

Domenico Scarlatti
Sinfonia per archi in do maggiore

Leonardo Leo
Pange Lingua per coro, archi e basso

Francesco Durante
Concerto per archi n.4 in mi minore

Francesco Durante
Magnificat per coro, archi e basso

Don Quixote

Pubblicato in due parti, il romanzo di Miguel Cervantes narra le strampalate avventure di un anziano signore della provincia iberica, Alonso Quijano, che dopo anni dediti alla lettura di libri cavallereschi perde ogni contatto con la realtà e decide di farsi cavaliere e difendere il mondo dalle ingiustizie. Al suo fianco Sancho Panza, ingenuo e goffo contadino armato di solo asino e della promessa di diventare un giorno governatore, e come dedicataria di ogni afflato amoroso la tanto bella quanto immaginaria Dulcinea del Toboso. Inizia così la lunga serie di avventure dove realtà, fantasia e paradosso si mischiano continuamente.

E proprio la fortuna editoriale del Don Chisciotte lo rese uno dei soggetti più amati dai musicisti, a partire dall’opera Don Chissiot della Mancia di Carlo Fedeli, rappresentata nel 1680 al Teatro di Canareggio a Venezia, e per un totale di più di 100 composizioni ispirate ai personaggi e agli episodi del romanzo.

FNE propone un progetto dal grande valore di riscoperta musicologica, reso accattivamente dalla presenza dell’attrice Federica Di Renzo, che accompagna il pubblico attraverso le storie più divertenti e rocambolesche del Cavaliere dalla Triste Figura.

Antonio Caldara
Don Chisciotte in corte alla duchessa - Ouverture
Sancio Panza Governatore Dell´Isola Barattaria - Introduzione

Georg Philipp Telemann
Burlesque de Quixotte TWV 55:G10
Ouverture - Le Réveil de Quichotte - Son Attaque des Moulins à Vent - Ses Soupirs amoureux après la Princesse Dulcinée - Sanche Panse berné - Le Galope de Rosinante - Celui d'Ane de Sanche - Le Couché de Quichotte

Giovanni Paisiello
Don Chisciotte de la Mancia - Ouverture

Joseph Bodin de Boismortier
Don Quichotte chez la Duchesse
Ouverture - Marche - Menuets I et II - Air - Tambourin I et II - Divertissment - Chaconne

Bartolomeo Conti
Don Chisciotte in Sierra Morena - Balletti dalla fine del III atto

Ave Maria Gratia Plena

Cantare la Madonna nei secoli

Maria rappresenta un unicum nella religione cristiana: il suo essere madre di Dio ha fatto sì che la tradizione e la devozione millenaria l'abbiano identificata quale punto di riferimento più umano e tangibile delle schiere celesti. Si pensi solamente alle innumerevoli apparizioni a lei attribuite, a conseguenti santuari dedicati a Nostra Signora, alle feste durante l'anno, alla floridissima produzione artistica a tema mariano.

In senso più contemporaneo, Maria incarna l'altruismo più alto, il mettersi a disposizione per il prossimo: il suo “eccomi, sono l'ancella, sia fatta di me la volontà del Signore” è un monito sempre attuale, anche in una società laica, a quale sia il ruolo che dobbiamo avere come membri responsabili di una società.

Il Forum Novum Ensemble offre dunque un concerto intorno alla figura di Maria, proponendo un percorso attraverso i secoli, dal Settecento a oggi, mostrando come diverse sensibilità hanno saputo mettere in luce tutti gli attributi della Madonna.

Luca Marenzio (1553-1599)
Gabriel archangelus

John Michael Trotta (1978)
Ad te clamamus

Anton Bruckner (1824-1896)
Mottetto Christus factus est

Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Lauda Jerusalem, Nisi Dominus , Salve Regina a 4

Francis Poulenc (1899-1963)
Salve Regina, O magnum Mysterium

Ola Gjeilo (1978)
Ave generosa (su un testo di Hildegard von Bingen)

Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594)
Ave Maria , Regina Coeli

Agostino Donini (1874-1937)
Salve Regina

Requiem di mozart

Per tutte le vittime

Durante il 1791, mentre lavorava a Die Zauberflöte, Mozart ricevette una misteriosa commissione da un uomo che richiese una Messa da Requiem per commemorare la moglie. Mozart accettò, iniziando il lavoro nonostante problemi fisici e finanziari. Tuttavia, interruppe per completare La clemenza di Tito e Die Zauberflöte, riprendendo poi in ottobre, già gravemente malato. Poco prima della sua morte, nel dicembre 1791, Mozart lavorò al Requiem con l'assistenza del suo allievo Franz Süssmayr, lasciando istruzioni su come completarlo.

Il misterioso committente si rivelò essere un emissario del conte Walsegg-Stuppach, che voleva attribuire a sé l'opera. Nessuno, tuttavia, si lasciò ingannare: il Requiem era stato già eseguito per la prima volta con il nome di Mozart. Süssmayr, che portò a termine l'opera, affermò che Mozart aveva composto le parti vocali e le principali parti strumentali fino all'ottava battuta del Lacrimosa, così come il Domine Jesu e probabilmente l’Hostias. I movimenti Lux Aeterna e Cum sanctis tuis erano basati sulla musica del Requiem e del Kyrie, mentre i movimenti Sanctus, Benedictus e Agnus Dei furono creazioni originali di Süssmayr.

Nel difficile momento storico in cui viviamo, Forum Novum Ensemble vuole che il concerto sia un pensiero rivolto a tutte le vittime di tragedie nel mondo.

Requiem KV 626

I. Introitus: Requiem aeternam

II. Kyrie

III. Sequentia
Dies irae
Tuba mirum
Rex tremendae
Recordare
Confutatis
Lacrimosa

IV. Offertorium
Domine Jesu
Hostias

V. Sanctus

VI. Benedictus

VII. Agnus Dei

VIII. CommunioLux aeterna

Petite Messe Solennelle

Il canto del cigno pesarese

Ultimo fra quelli che Rossini definiva “peccati di vecchiaia”, la Petite Messe Solennelle reca già dal titolo una mescolanza di gravitas e di leggerezza di cui solo il pesarese era capace: da una parte l’aggettivo “solenne”, in riferimento alle grandi dimensioni e alla segmentazione dei numeri musicali; dall’altra, e più innovativo, il “piccola”, che rimanda all’organico: l’utilizzo del pianoforte e dell’harmonium, strumento delle povere parrocchie di campagn. Una combinazione di strumenti finalizzata a creare una sonorità inedita e insuperata, persino dall’orchestrazione dello stesso Rossini. Ma il termine petite fa riferimento anche alla compagine corale voluta dal compositore: quattro solisti e otto coristi, per raggiungere il numero totale, chiaramente simbolico, dei dodici Apostoli.

Composta durante il beau séjour presso Passy nel 1863, la prima esecuzione avvenne in forma privata l’anno successivo, presso la cappella privata della famiglia Pillet-Will. Privata per modo di dire, visto che presenziò la crème musicale, culturale e diplomatica parigina. Successivamente, tramite l’ormai abate Liszt, Rossini contattò, inutilmente, papa Pio IX, nel tentativo di fargli rimuovere il divieto per le donne di cantare in chiesa e poter far eseguire il proprio capolavoro anche in ambiente sacro.

Petite Messe Solennelle

I. Kyrie

II. Gloria
Gloria in excelsis Deo
⁠Gratias agimus tibi
⁠Domine Deus
⁠Qui Tollis
⁠Quoniam
⁠Cum Sancto Spiritu

III. Credo
Credo
⁠Crucifixus
⁠Et resurrexit

IV. Offertorium

V. Sanctus

VI. O salutaris hostia

VII. Agnus Dei

Semper Scarlatti

Venezia, Roma e Napoli:

la carriera di Alessandro Scarlatti nel 300° anniversario dalla morte

Detto l’Orfeo italiano, Alessandro Scarlatti è stato uno dei compositori più celebri e prolifici del Settecento. Ha diviso la sua carriera tra Napoli e Roma, ha contribuito allo sviluppo della tradizione drammatica italiana iniziata da Monteverdi. La sua influenza è stata duratura sia in Italia che in Europa, contribuendo a formare il gusto di autori quali sue stesso figlio, Domenico, Händel, che era un giovane compositore appena arrivato a Roma, il sassone Hasse, e non per ultimo Mozart, che fa rivivere gli insegnamenti di Scarlatti e della scuola napoletana nelle sue opere.

Nel 2025 si celebra il 300esimo anniversario dalla sua morte. Il mondo della musica antica si sta preparando a celebrarlo con concerti tematici, pubblicazione e l’istituzione di un comitato scientifico per la valorizzazione della sua opera. Aura arts and music si associa a questo movimento, proponendo col suo Forum Novum Ensemble un concerto tematico che faccia rivivere l’Italia in cui visse e operò il grande maestro palermitano.

Alessandro Scarlatti (1660 - 1725)
Concerto a sette parti in fa minore

Francesco Feo (1691 - 1761)
Confiteor per soli, coro e orchestra

Baldassarre Galuppi (1706 - 1785)
Dixit Dominus in sol minore

Alessandro Scarlatti
Nisi Dominus - Lauda Jerusalem

Alessandro Scarlatti
Miserere mei in re minore

Domenico Scarlatti (1685 - 1757)
Sinfonia n.7 in do maggiore

Georg Friedrich Händel (1685 - 1759)
Sonata da Il Trionfo del Tempo e del Disinganno